Category : Tapas

Tapas – Ascesi

«La perfezione degli organi di senso e del corpo (consegue) dalla distruzione dell’impurità mediante l’ascesi»

Yogasutra 2,43

TAPAS la terza di 5 virtù di NIYAMA: comportamenti e osservanze

Tapas insieme a Svadhyaya (https://www.samyayoga.it/svadhyaya/) e Isvara-pranidhana (https://www.samyayoga.it/isvara-pranidhana/) costituiscono la parte pratica della filosofia dello yoga, quali elementi fondamentali per avvicinarsi alla meta della realizzazione ed importante contributo per lo yoghi che intenda seguire scrupolosamente le tecniche del Kriya Yoga.

Il termine Kriya Yoga significa unione (yoga) con l’energia onnipervadente mediante azione, lavoro, attività (kriya).

Il Kriya Yoga è uno strumento mediante il quale l’evoluzione umana può essere affrettata, spiegava Sri Yukteswar ai suoi allievi.” – Autobiografia di uno Yogi (Paramahansa Yogananda).

Tapas, Svadhyaya e Isvara-pranidhana promuovono l’azione consapevole per realizzare un processo di trasformazione, di conversione radicale alla ricerca della realtà a beneficio della propria evoluzione.

 

I fondamenti della natura dell’essere umano sono: la volontà, l’intelletto e le emozioni. Tapas si riferisce alla volontà, Svadhyaya all’intelletto e Isvara-pranidhana alle emozioni.

La prima delle ultime tre virtù di niyama è “tapas”, il cui significato è riconducibile a: calore, fuoco ovvero austerità, volontà, fervore, rigore ascetico.

 

L’elemento “fuoco” (agni) è presente tanto nel macrocosmo quanto nel microcosmo (gli esseri viventi) ma lo si trova anche nei minerali. Nel corpo umano l’energia “agni” risiede nello stomaco ed è grazie a questo elemento fuoco che avviene il processo della digestione. Una cattiva digestione è l’effetto di un “agni” poco attivo, con la conseguenza di accumulo di tossine soprattutto nell’addome, causa di disordini energetici e malattie del corpo.

Il fuoco è l’effetto di una combustione mediante la quale avviene un processo di trasformazione che produce energia sotto forma di calore, luce.

La determinazione a perseguire il cammino verso l’illuminazione, la liberazione, alimenta il fuoco interiore che brucia le impurità del corpo grazie a forza di volontà, ardore, pazienza e la piena intenzione di raggiungere lo scopo. Questo è tapas; da qui la metafora con l’importanza simbolica dell’elemento fuoco.

Si tratta di auto-disciplina supportata dal giusto fervore mediante l’utilizzo dei mezzi che lo yoga mette a disposizione per percorrere il sentiero che conduce alla realizzazione.

Il corpo fisico sarà forgiato (così come il metallo alla forgia) e pronto per poter funzionare in maniera ottimale quale strumento della coscienza. Porre maggiore attenzione al processo mentale diventerà sempre più naturale, la mente più serena e silente di conseguenza, accrescerà la qualità dei propri pensieri; dunque intelligenza più acuta e maggiore consapevolezza della realtà.

La vera conoscenza è ben celata all’interno del corpo umano, nella profondità interiore che solo un processo di ascesi può portare alla luce.

Tapas è l’ascesi, la trasformazione a beneficio della propria crescita spirituale, l’avventura verso l’ignoto, oltre i confini inesplorati del proprio essere.

 

In origine il termine “ascesi” significava l’allenamento dell’atleta, il quale doveva superare delle prove lavorando duramente e attenendosi a regole ferree. Similmente grazie a rigore e disciplina responsabile, il praticante yoga supportato da una condotta che si basa sull’osservazione e sul controllo dei propri sensi, è spronato ad eliminare il superfluo e a porre attenzione all’essenzialità.

L’aspirazione all’ascesi spirituale da senso alla vita stessa.

Nel tempo l’identificazione con il proprio corpo e i propri pensieri diventa sempre più inconsistente per lasciare posto ad una consapevolezza crescente della propria coscienza dissociata dal veicoli grezzi: il corpo fisico e gli organi di senso.

Comprendere che “io sono” la luce originaria che permea l’intero universo, significa liberarsi dai condizionamenti dell’identificazione. Da qui: “io” non sono il corpo, “io” non sono gli organi di senso.

 

Tapas è il compendio delle cinque virtù di “yama” e delle prime due di “nyama” (un breve accenno nel paragrafo successivo), il punto di arrivo dopo aver assimilato aderendo appieno in conformità ad esse, in quanto tali virtù costituiscono l’humus essenziale per dedicarsi alla vita spirituale e contemplativa.

Il rispetto per tutti gli esseri viventi, astenendosi dalla violenza esercitando la compassione e l’amorevolezza (Ahimsa). La sincerità, la verità quali doti essenziali per ottenere la rivelazione dell’essere (Satya). L’onestà, l’astenersi dall’appropriarsi delle cose altrui, confermando la rinuncia alle cose materiali, ovvero accrescendo saggezza desiderando che le ricchezze del mondo siano a beneficio dell’intera umanità (Asteya). La moderazione in ogni circostanza e situazione attraverso il controllo degli organi di senso per evitare fallimenti e frustrazioni con eccessi e abusi di qualunque genere (Brahmacharya). Comprendere lo scopo dell’esistenza mediante l’assenza di avidità (Aparigraha). La ricerca di purezza mantenendo il corpo in uno stato di pulizia accurata e altrettanto la mente mediante il controllo dei propri pensieri (Sauca). Raggiungere la felicità mediante l’appagamento, sentirsi soddisfatti sempre e comunque privi di desideri da esaudire (Samtosa).

 

Il ricercatore spirituale che realizzi la propria ascesi è colui il quale vive la vita secondo le importanti virtù enunciate e che si mantiene in salute mediante la pratica delle posizioni, la giusta attenzione al proprio respiro, un’alimentazione sana ed equilibrata nel rispetto dell’ambiente e della vita di tutti gli esseri, l’abitudine a meditare costantemente. Questo è quanto la scienza dello yoga insegna per apprendere una conoscenza autentica e assoluta della vita, per esplorare la realtà e acquisire consapevolezza del proprio essere.

…….Urge l’azione interiore, la più pratica, la più volitiva, proprio per fraternità e generosità, per offerta di sacrificio. Ma occorre tutta la forza, la capacità di superare ogni disinganno. Sono ore di intenso lavoro interiore, di barriere da superare, di nodi da sciogliere. ……Con questo risorgere ho la misura esatta dei valori terrestri e di ciò che veramente merita essere voluto e affermato sino in fondo, oltre tutto. Questo è decisivo per l’assunzione delle forze: quelle che vengono donate dal Mondo Spirituale se si è veramente indipendenti dagli attaccamenti terrestri: onde non sia fatto un uso non giusto di esse.” Massimo Scaligero

 

In passato prerogativa dell’oriente, oggi sempre più diffuso anche nel mondo occidentale, lo yoga avvicina un numero sempre in crescita di adepti, ma pochi sono coloro che riescono a coltivare l’attitudine necessaria, attraverso la quale si manifesta una spinta interiore che fa percepire la propria energia come un calore che investe integralmente il proprio essere per fondare i presupposti di un’ascesi spirituale.

La maggioranza di coloro che si accostano alla disciplina dello yoga, sono spinti da un forte entusiasmo iniziale carichi di aspettative e convinti di ottenere in breve tempo risultati tangibili, nonostante lo scarso impegno in termini di pazienza, costanza e determinazione.

I più si limitano a beneficiare dei risultati che ottengono con la pratica delle posizioni, minimizzando alla sola attività fisica il vero scopo dello yoga.

Altri ancora abbandonano del tutto la pratica non appena svanisce l’aspetto seducente e affascinante che avevano idealizzato nel proprio immaginario.

Le parole del Buddha: “pochi sono coloro che arrivano all’altra sponda. La maggior parte degli uomini si agita su e giù lungo questa sponda”.

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